Lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dai famigliari dell’Assoc. Cercando Fabrizio e…
Egr. Sig. Presidente,
non sappiamo se questa nostra lettera-appello conoscerà mai “l’onore” di essere letta da Lei, tantomeno se riceverà una risposta. Consapevoli dell’infinito numero di missive che ogni giorno vengono recapitate alla Sua attenzione.
Ma poiché siamo persone avvezze a credere all’impossibile e a volte, sperare che i miracoli possano ancora accadere, eccoci qua che, con grande rispetto e tanta fiducia, ci rivolgiamo a Lei. Siamo un gruppo di famiglie unite nella condivisione di un dolore dall’unico colore: il rosso a simboleggiare l’amore, la fede, il sangue, il cuore. Perché? Nel calendario delle nostre vite c’è una croce evidenziata in rosso: è la data della sparizione di un nostro congiunto.
Ecco, caro Presidente, il nostro appello:
- che gli scomparsi siano trattati tutti alla stessa stregua, ovvero finché non si è giunti alla risoluzione di una caso con il ritrovamento del soggetto vivo o morto, non vengano archiviati i fascicoli e si continui ad indagare;
- che dopo la presentazione di una denuncia di scomparsa di una persona da parte dei famigliari alle forze dell’ordine, trascorso un arco di tempo ragionevole, per esempio, sei mesi, si effettui il DNA su un famigliare, per un eventuale comparazione con chi viene ritrovato o portato in obitorio e che venga istituita una banca data dei cadaveri non identificati;
- istituire una giornata nazionale dedicata agli scomparsi con la partecipazione delle loro famiglie per non dimenticare questo fenomeno che si può certamente definire una piaga sociale, un fenomeno aberrante che non trova risposte a confortare l’immane dolore di chi resta ad attendere nell’ergastolo del limbo.
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