Sarah Scazzi scomparsa il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto)

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2 risposte

  1. ivan ha detto:

    siniora io sono ivan vivo a piamonte mi dispiace molto di quelo che e suceso le mie condulianze e tanta furtuna nella vita ciao ivan

  2. laura ha detto:

    Ciao Mamma Concetta. Ciao Mamma Caterina, sono Mamma Laura. Cara Cate, come è bello e come è vero quello che hai scritto. Io credo che dovrebbe accadere che, a 1000 persone contemporaneamente, per una settimana, non di più, (perché sono incapace di augurare il male vero alle persone) dovrebbe scomparire loro un familiare. Vi assicuro che se così fosse il fenomeno della scomparsa diverebbe di dominio pubblico e quindi sensibilizzerebbe tutti al problema, come accade, ahimè, per le catastrofi naturali. Oppure avete presente Telethon. Il grande, immenso, rilievo che si da’per persone colpite da malattie rare e terribili: giustissimo, evviva, ben venga. Ma perché per certe cose “si”, tutti, per altre “no” nessuno o, quasi? In ogni caso avete mai sentito che qualcuno si sia permesso di entrare nell’intimità della vita di queste persone che si sceglie di aiutare? Mai! Invece, quando si tratta di scomparsa, poiché nell’immaginario collettivo si deve per forza legarle al mistero, si scatena di tutto e di più. Quel giornalista che conduce “4° grado”, so come si chiama, ma mi da’ fastidio dirlo, deve a tutti i costi comunicare la “morbosità”, altrimenti non si fa audience, se si scrive non si vendono abbastanza copie di giornali, in altre parole non guadagno abbastanza soldi. Perché strumentalizzare il dolore delle persone, quando già la vita ha deciso di affogarcele dentro? La falsità, l’ipocrisia, l’arroganza sono palesi …. Scandalo!!! Sara aveva tre sim, aveva 3 profili che poi sono diventati 4 su fb, aveva 3 diari che poi sono diventati, 4, 6, 8. Ma la perversione, la morbosità, appunto, dove sta’? In una ragazzina che aveva appena smesso di essere bambina? Cresciuta in una famiglia regolare, in un piccolo paese di provincia del sud? Oppure sta’ in chi il “peccato” lo vuole cercare a forza? Ma tutti sanno dei propri figli perfettamente cosa fanno in ogni minuto della loro giornata? Se sono iscritti o meno in un social network? Ed anche quando? E allora? E’ questo il male? O quello che vogliamo far credere e trasmettere? Altra cosa che mi fa tanto male questi primi piani fissi sul viso di Mamma Concetta, questo zummarne le espressioni, quasi a scavarne lo sguardo, a violentarne i lineamenti. Perché? Perché siamo così banali e superficiali che, se non si vede l’occhietto lucido o la voce rotta ogni tanto dalla commozione non si soffre? Vedersi sparire sotto gli occhi una persona che ti appartiene così visceralmente come un figlio, credete ti lascia frastornato, sbigottito, impotente, non capisci, non è un dolore “naturale” come la morte, ma è lo sgomento: ti fai un miliardo di domande, ti dai due miliardi di risposte, ma tutte cadono nel vuoto, rimangono sospese nell’aria, e questo ti crea un dolore così sordo, così fondo che ci sono momenti che ti sembra che ti lacerino le carni, ed ecco allora che c’è chi, dentro questo dolore, si “pietrifica”.
    Da mamma, rivolgo un’accorata preghiera a tutti quelli che hanno il “potere” di dire e di fare Che dicano e facciano sentendo naturale vestirsi di umanità, di rispetto, tanto rispetto, per chi, nella speranza, si deve “affidare” e non ha scelta. E’ contro ogni etica il ritrovarsi violentato nelle sue più profonde intimità, dovendo, subire sospetti, dubbi, celate accuse.
    No, diciamo e facciamo con “amore” nei confronti di chi è stato “prescelto” per essere colpito da un dolore così anomalo, ma così abnorme.
    Grazie.

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