Sarah Scazzi scomparsa il 26 agosto 2010 ad Avetrana (Taranto)

E’ passato un mese dalla scomparsa di SARAH  SCAZZI,  quindicenne di Avetrana (Taranto) svanita nel nulla il 26 agosto 2010.
Tutta l’Italia parla di Sara, tutti i TG ,  il gruppo su Facebook conta circa 20.000 iscritti e  continua ad apparire sulla bacheca  di migliaia di persone. Il 2 settembre  l’ amministrazione comunale ha fatto stampare 2.000 volantini con la foto di Sara e 5.000 cartoline  che sono state distribuite ovunque in paese. La madre continua a fare appelli chiedendo aiuti.
Ma nessuno ha visto, nessuno sa nulla, però molti sono pronti a dire che è andata via per sfuggire alla mamma.
Come tante adolescenti sognava di lasciare  Avetrana e lo aveva dichiarato  in un test psico-attitudinale a scuola e  sui i diari dove Sara  annotava, tra i tanti cuoricini,  i suoi pensieri e il suo stato d’animo; a tal proposito  mi sorge spontanea una  domanda: il rispetto della  privacy non vale per minorenni adolescenti? se Sara ne venisse a conoscenza, sarebbe contenta? o si sentirebbe tradita nel suo intimo?.
Intanto, tanti altri sono i casi di scomparsa rimasti in ombra, subissati dal caso di  SARAH,  che con  i suoi QUINDICI ANNI  ha scosso tutte le famiglie e l’opinione pubblica. Io posso solo esprimere tutta la mia vicinanza a mamma Concetta  e l’abbraccio di tutta  Penelope Piemonte.

Io, mamma di Fabrizio, ho rivissuto l’angoscia di quel caldo 21 luglio e dei giorni successivi, ho rivissuto la rabbia, il senso di impotenza e dell’indifferenza dovuto  anche al periodo estivo? Ho rivissuto e rivivo il pressapochismo delle istituzioni di fronte alla scomparsa di un ragazzo da poco maggiorenne SCOMPARSO IN LUGLIO.  Ho rivissuto e RIVIVO tutti i giorni tra  mille domande che Mi RIMBOMBANO IN TESTA e rimangono senza risposta. Ho rivissuto  il silenzio e la strumentazione mediatica, ho pensato  alle tante mamme che urlano in silenzio il dolore per la perdita di un figlio,  ho vissuto  e VIVO DA CINQUE LUNGHI ANNI E 72 GIORNI   il dolore lacerante DELLA SCOMPARSA DI UN FIGLIO MERAVIGLIOSO, nessuno può capire fino in fondo la mia sofferenza, solo chi …come ME VIVE IN QUESTA LACERANTE ATTESA!!!

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2 risposte

  1. ivan ha detto:

    siniora io sono ivan vivo a piamonte mi dispiace molto di quelo che e suceso le mie condulianze e tanta furtuna nella vita ciao ivan

  2. laura ha detto:

    Ciao Mamma Concetta. Ciao Mamma Caterina, sono Mamma Laura. Cara Cate, come è bello e come è vero quello che hai scritto. Io credo che dovrebbe accadere che, a 1000 persone contemporaneamente, per una settimana, non di più, (perché sono incapace di augurare il male vero alle persone) dovrebbe scomparire loro un familiare. Vi assicuro che se così fosse il fenomeno della scomparsa diverebbe di dominio pubblico e quindi sensibilizzerebbe tutti al problema, come accade, ahimè, per le catastrofi naturali. Oppure avete presente Telethon. Il grande, immenso, rilievo che si da’per persone colpite da malattie rare e terribili: giustissimo, evviva, ben venga. Ma perché per certe cose “si”, tutti, per altre “no” nessuno o, quasi? In ogni caso avete mai sentito che qualcuno si sia permesso di entrare nell’intimità della vita di queste persone che si sceglie di aiutare? Mai! Invece, quando si tratta di scomparsa, poiché nell’immaginario collettivo si deve per forza legarle al mistero, si scatena di tutto e di più. Quel giornalista che conduce “4° grado”, so come si chiama, ma mi da’ fastidio dirlo, deve a tutti i costi comunicare la “morbosità”, altrimenti non si fa audience, se si scrive non si vendono abbastanza copie di giornali, in altre parole non guadagno abbastanza soldi. Perché strumentalizzare il dolore delle persone, quando già la vita ha deciso di affogarcele dentro? La falsità, l’ipocrisia, l’arroganza sono palesi …. Scandalo!!! Sara aveva tre sim, aveva 3 profili che poi sono diventati 4 su fb, aveva 3 diari che poi sono diventati, 4, 6, 8. Ma la perversione, la morbosità, appunto, dove sta’? In una ragazzina che aveva appena smesso di essere bambina? Cresciuta in una famiglia regolare, in un piccolo paese di provincia del sud? Oppure sta’ in chi il “peccato” lo vuole cercare a forza? Ma tutti sanno dei propri figli perfettamente cosa fanno in ogni minuto della loro giornata? Se sono iscritti o meno in un social network? Ed anche quando? E allora? E’ questo il male? O quello che vogliamo far credere e trasmettere? Altra cosa che mi fa tanto male questi primi piani fissi sul viso di Mamma Concetta, questo zummarne le espressioni, quasi a scavarne lo sguardo, a violentarne i lineamenti. Perché? Perché siamo così banali e superficiali che, se non si vede l’occhietto lucido o la voce rotta ogni tanto dalla commozione non si soffre? Vedersi sparire sotto gli occhi una persona che ti appartiene così visceralmente come un figlio, credete ti lascia frastornato, sbigottito, impotente, non capisci, non è un dolore “naturale” come la morte, ma è lo sgomento: ti fai un miliardo di domande, ti dai due miliardi di risposte, ma tutte cadono nel vuoto, rimangono sospese nell’aria, e questo ti crea un dolore così sordo, così fondo che ci sono momenti che ti sembra che ti lacerino le carni, ed ecco allora che c’è chi, dentro questo dolore, si “pietrifica”.
    Da mamma, rivolgo un’accorata preghiera a tutti quelli che hanno il “potere” di dire e di fare Che dicano e facciano sentendo naturale vestirsi di umanità, di rispetto, tanto rispetto, per chi, nella speranza, si deve “affidare” e non ha scelta. E’ contro ogni etica il ritrovarsi violentato nelle sue più profonde intimità, dovendo, subire sospetti, dubbi, celate accuse.
    No, diciamo e facciamo con “amore” nei confronti di chi è stato “prescelto” per essere colpito da un dolore così anomalo, ma così abnorme.
    Grazie.

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