8 marzo – Giornata Internazionale della DONNA

Tra i tanti auguri mi mancano quelli dei mie figli in coro.  Quel coro che,  dal 21 luglio 2005,  manca della  dolce voce di Fabrizio. Da questo sito, dedicato a quella  dolce voce, voglio ricordare le DONNE, madri, sorelle, amiche,  vittime di violenze, A VOI TUTTE GIUNGA IL MIO PENSIERO E QUESTO MAZZOLINO DI MIMOSE E TULIPANI!
“Sono donne… dove trovano la forza?  è la forza a trovare loro!”

La storia- Le origini della festa dell’8 Marzo risalgono al 1908, quando un gruppo di operaie  dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terrificanti   condizioni in cui erano costrette a lavorare.  Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’ 8 marzo il proprietario Mr. Johnson, stanco della mancata produttività e soprattutto il non voler riconoscere tali diritti, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire.
Un grosso incendio divampa all’interno della fabbrica e le donne operaie prigioniere  ne furono travolte e ben 129 di loro morirono arse dalle fiamme.  In seguito questa data fu proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburgo, proprio in ricordo della tragedia.  Questo triste accadimento, ha dato il via negli anni immediatamente successivi ad una serie di celebrazioni che, i primi tempi, erano circoscritte agli Stati Uniti e avevano come unico scopo il ricordo dell’orribile fine fatta dalle operaie morte nel rogo della fabbrica. In seguito, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla  condizione sociale, la data dell’ 8 Marzo assunse un’importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni che la donna dovette subire nel corso dei secoli,
ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto.

Perché la mimosa.  La scelta è ricaduta sulla mimosa perché  fiorisce proprio nei primi giorni del mese di marzo,  oltre ad essere profumatissima,  non costa molto e cresce facilmente. La Mimosa vuole rappresentare il simbolo di forza e femminilità.
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ScarpeRossePiazzaCastelloTorino

Zapatos rojos, scarpette rosse. (2.03.2013 , piazza Castello TORINO)

 

sabato 2 marzo 2013 TORINO

Centinaia di scarpe rosse sparse su Piazza Castello a Torino per dire basta alla violenza di genere. La suggestiva immagine che nasce dalla creatività dell’artista messicana Elina Chavuet prende il nome diZapatos Rojos”

 

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3 risposte

  1. Antonella e Valentina Rosaria ha detto:

    Io e la mia piccola abbiamo partecipato a Zapatos Rojos. Lei mi ha chiesto il perchè di quelle scarpe e una volta saputolo ha commentato : ” mamma, ora queste donne uccise sono Angeli che vegliano sulle donne, sulle mamme, sui bimbi e sui papà buoni. Domani compie sei anni e ha già una sensibilità fortissima…. riesce sempre a sorprendermi e a commuovermi. Ciao dolce Caterina, ciao Fabrizio!

  2. LILIA ha detto:

    x Kate la mia WONDER WOMAN
    Ho sfogliato tutto il vocabolario per cercare nuovi aggettivi per te….tutti mi sembravano riduttivi perchè tu sei Unica, Eccezionale, Dolce, Comprensiva……e poi sei dentro al mio cuore.
    Auguri gialli di mimosa e profumati
    Con profondo affetto
    Lilia

  3. Benedetta Donzella ha detto:

    8 Marzo, festa della Donna o anche giornata di riflessione in aiuto alla memoria?
    Preferisco pensare a questa ultima indicazione più che alla celebrazione spensierata con la minosa appuntata sul risvolto della giaccca o dentro ad un vasetto nella orribile confezione cellophanata che ti ritrovi sulla scrivania.
    Celebriamo dunque, ma senza dimenticare le Donne che oggi non sono più accanto a noi, le nostre madri, le amiche, per alcune le sorelle, le donne che abbiamo amato e che ci hanno guidate lungo il cammino della vita.
    Vorrei chiamarle tutte per nome, ripetere ad alta voce i loro nomi, evocarle per averle accanto ancora una volta…
    La mia adorata mamma Nunziatina, la mia dolce suocera Carolina, le mamme bis che mi hanno donato amore senza riserva, Tanuzza, Rocca, l’ amata zia Angelina, la zia suora Orestina che ha dedicato la propria vita missionaria in Palestina, le nonne di cui conservo un ricordo di tenerezza. Ad una di loro devo il mio nome.
    Preferisco ricordare le vite sospese di molte Donne, di bambine, di adolescenti che sono scomparse e di cui nulla si è più saputo, Denise, Letizia, Emanuela, Carmen, Mirella, Milena, Paola, Cristina, Bruna, Marina, Camilla, e tante altre ancora che si aggirano come ombre sulle nostre polverose coscienze.
    Il ricordo è anche una tagliente arma di protesta contro l’ignominia dell’indifferenza e dell’oblio.
    Preferisco protestare, più che festeggiare, per l’assenza di tutela normativa a favore delle Donne scomparse, tragedia condivisa con tanti uomini, e perchè no, alzare anche i toni per l’arrogante disinvoltura con la quale si è sempre sorvolato sul dramma degli invisibili pur di non affrontare il problema.
    Preferisco indignarmi ancora di più, se già non bastasse il moto perpetuo della indignazione che sorregge le mie battaglie e quelle di altre amiche ed amici.
    E voglio ricordare le Donne vittime di violenza, ma soprattutto ricordare le Donne vittime della follia omicida del carnefice familiare, le Donne alle quali è stata strappata la vita con inaudita ferocia, la cui tragedia è il riflesso della nostra collettiva tragedia umana.
    Preferisco prestare la mia voce ad ogni Donna ridotta al silenzio, il mio coraggio ad ogni Donna terrorizzata, molestata, perseguitata, stuprata, invitare ciascuna di loro a non arrendersi, a non lasciarsi sopraffare dalla disperazione, a chiedere aiuto e sostegno agli operatori volontari in campo psicologico e legale, a ricorrere alle strutture che già esistono e funzionano cercando di fare il possibile per gestire le emergenze.
    L’ impeto della Vita passa attraverso ogni Donna.

    Il mio pensiero, oggi. Benedetta.

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